Charles Gide

(1847-1932)
 
 

Economista, intellettuale e cooperatore, fondò nel 1885 la scuola di Nîmes, ispirata ai principi di Rochdale: gli storici fanno coincidere questo momento con l’inizio della cooperazione di consumo nel Paese.
Gide diede quindi impulso alla creazione di esperienze cooperative, fino a fondare la prima federazione nazionale di cooperative di consumo, l’Union coopérative. Parallelamente fu tassello fondamentale per gli studi di economia politica e sociale in Francia
.
Nella sua opera “La cooperation” (1900) egli definisce l’impresa cooperativa come alternativa all’impresa capitalistica, in cui “non essendovi alcun limite al numero delle azioni possedute, può capitare che qualche ricco capitalista acquisti, da solo, una parte del capitale sociale assai più considerevole di quella di migliaia di piccoli azionisti e riduca questi ultimi al ruolo di zeri. Il carattere essenziale della società cooperativa è invece che il capitale, in essa, non è affatto soppresso - i cooperatori sono gente troppo pratica per pensare che si possa fare senza capitale o ottenerlo gratis - ma esso è ridotto alla sua vera funzione, cioè di strumento al servizio del lavoro, pagato in quanto strumento”.

Citazioni:
Se la cooperazione non avesse altro scopo che quello di aprire botteghe e d’accumulare risparmi, essa non avrebbe saputo unire nella stessa fede e nella stessa speranza milioni di uomini di paesi diversi”.

La cooperazione vuole riformare l’universo, ma essa comincia con la riforma dell’economia locale. Essa va verso le stelle mentre cerca di guardare nello stesso tempo dove posa il piede”.


Per approfondire:
C. Gide, La Coopération: conférences de propagande…, Nabu Press, 2012