Non profit


Nel linguaggio economico, si dice di organismi privati molto diversi fra loro (associazioni, comitati, fondazioni ecc.) unificati dal divieto fissato per statuto di distribuire i profitti ai membri che ne fanno parte o ai dipendenti, e dall’obbligo di reinvestirli completamente nell’attività svolta. Operano soprattutto nei campi dell’assistenza sociale, della cultura, della sanità e della cooperazione internazionale.

Il mondo del non profit, o Terzo Settore, indica quell’insieme di aggregazioni composto dalle associazioni riconosciute, dalle associazioni non riconosciute, dalle fondazioni, dalle cooperative sociali, dalle organizzazioni di volontariato, dalle imprese sociali, dalle organizzazioni non governative.

Nella sua storia il Terzo Settore ha tentato, spesso con successo e con elevati livelli di innovazione sociale, di dare una risposta ai cosiddetti fallimenti del mercato e/o ai fallimenti dello Stato.

Stefano Zamagni, che ha ricoperto la carica di presidente dell’Agenzia del terzo Settore afferma: “Spesso il Terzo settore è trattato come una sfera di relazioni residuale, di scarsa importanza quantitativa e in ogni caso tale da non intaccare la logica di funzionamento della competizione: appunto, un terzo settore, che viene dopo gli altri due, il mercato efficiente e lo Stato benevolente. Secondo il modello dicotomico di ordine sociale lo Stato è identificato con il luogo degli interessi pubblici (ovvero della solidarietà) mentre il mercato con il luogo del privatismo (ovvero del perseguimento di obiettivi individualistici). E' il "pubblico", cioè lo Stato, che deve occuparsi della solidarietà a favore di coloro che non riescono a stare al passo dei vincenti: a ciò serve il welfare che però ha da essere selettivo e non universalista; il "privato", cioè il mercato, deve occuparsi di efficienza, cioè della produzione in condizioni ottimali della ricchezza, e tutt'al più della filantropia o della "carità". Cosa c'è che non regge, in questa rappresentazione, all'apparenza suadente, delle società di mercato? C'è che non è vero che la massima estensione dell'area del mercato accresce il benessere per tutti. Non è vera, cioè, la metafora secondo cui "una marea che sale solleva tutte le barche".