Economia civile


L’espressione “economia civile” compare per la prima volta nel lessico politico-economico nel 1753, anno in cui l’Università di Napoli istituisce la prima cattedra al mondo di economia, affidandone la titolarità ad Antonio Genovesi, la cui opera fondamentale del 1765 reca per titolo Lezioni di economia civile.

L’economia civile si fonda sulle virtù civiche e sulla natura socievole dell’essere umano, il quale è spinto ad incontrarsi, anche nel mercato, con l’altro. I pilastri tipici dell’economia civile sono la virtù, la socialità e la felicità.

È un paradigma basato su principi come la reciprocità, la gratuità e la fraternità, superando la supremazia del profitto e proponendo un ‘umanesimo’ del mercato e la scelta di comportamenti virtuosi nell’interesse proprio e della comunità.

Per Stefano Zamagni, che ha avuto il merito di re-introdurre alla fine degli anni Novanta del secolo scorso nel dibattito pubblico italiano e internazionale questo paradigma tipicamente italiano, “l’immagine più comune per spiegare l’economia civile è l’immagine di un triangolo. In testa a ciascuno dei 3 vertici si pone una delle 3 dimensioni della libertà. Come in un triangolo, nessuno dei 3 vertici ha più importanza degli altri; allo stesso modo non si può erigere una società e un’economia ordinata e durevole eliminando uno dei 3 vertici. L’efficienza è necessaria, così come l’equità: ma è necessaria anche la reciprocità, che serve alla fraternità”.

Nel suo volume Le prime radici. La via italiana alla cooperazione (2012) l’economista civile Luigino Bruni scrive: “Dire economia civile significa dire qualcosa di molto più antico della cooperazione moderna e contemporanea, perché rimanda almeno alla civiltà cittadina medioevale, all’Umanesimo civile del Quattrocento e all’Illuminismo italiano (...) La tradizione cooperativa italiana non può essere compresa senza collocarla nell’alveo della vocazione economica e civile italiana (...) Nella seconda metà dell’Ottocento nella cooperazione fiorì un seme maturato per secoli in un terreno fertile, lavorato e accudito da tutta una tradizione comunitaria e commerciale in cui si forò il codice genetico della via italiana alla cooperazione”.

Il padre dell’economia civile è l’abate Antonio Genovesi.

Lezioni di economia civile, tradotto in numerose lingue, rappresenta il primo manuale di economia.



Per approfondire:

A Genovesi, Lezioni di economia civile, Vita e Pensiero, Milano, 2013


Per approfondire:

L. Bruni, S. Zamagni, L’economia civile. Un’altra idea di mercato, Il Mulino, Bologna, 2015


Per approfondire:

L. Bruni, Le prime radici. La via italiana alla cooperazione e al mercato, Il Margine, Trento, 2012